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I voti li diamo noi.

Darvi zero è troppo!

di Anna Guarracino

large_20150418_104542.jpgQuello che nessuna televisione vi ha fatto ben vedere ve lo racconto io.

Oggi, eravamo in tanti a Roma, in piazza SS. Apostoli, in rappresentanza dei lavoratori del mondo della scuola.

Eravamo per lo più docenti con nomina di  Rsu e Tass e tutti insieme, agitando le bandiere dei nostri sindacati confederati, abbiamo urlato la nostra rabbia contro un governo mediocre e sordo alle vere esigenze del paese e ai bisogni reali dei suoi cittadini.

Sul palco sin dal primo mattino si sono avvicendati tutti i leader dei nostri sindacati della Scuola che, dando voce al malessere di tutti gli operatori scolastici, hanno esposto i motivi della rivolta che ci ha indotto a organizzare questa assemblea sindacale pubblica.

Tra applausi e grida di condivisione ci siamo sentiti, oggi più che mai, uniti contro questo governo che con il disegno di legge sulla scuola invece di riformarla la deforma nella sua struttura portante peggiorandone irrevocabilmente la qualità.

Brevi frasi, scritte su striscioni e cartelloni, hanno messo in rilievo i punti chiave del nostro malcontento:

“Giù le mani dalla scuola”, “Salviamo la vera Scuola”, “I voti li mettiamo noi. Darvi zero è troppo!!”, “C’è solo un modo per svelare l’anima di chi governa una comunità: osservare come tratta bambini e insegnanti”, “L’istruzione non si svende”, “Le GAE vanno svuotate non eliminate”.

Dunque è chiaro che non ne possiamo più di questa cattiva politica governativa che ci riserva fango mentre ci propone solo cattive riforme, velate di ricatti e minacce, e per questo abbiamo applaudito con vigore quando ci è stato comunicato la conferma dello sciopero generale unitario proclamato da tutte le sigle confederali dei sindacati della Scuola.

Lo sciopero è previsto per il 5 maggio, una data metaforica per la sua connotazione storica e difatti, a partire da quel giorno, anche noi vorremmo ricordare il Ddl sulla riforma della scuola con le parole di manzoniana memoria “Ei fu”… ma solo per non sentirne parlare più.

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large_20150414_162909.jpgUn esempio di Buona Scuola

di Anna Guarracino

 Un bel esempio di Buona Scuola lo abbiamo avuto l’altro giorno a Vico Equense con il “Giorno della Formazione” promosso dalla dirigente del I Circolo Didattico, Debora Adrianopoli, e destinato nella prima parte del pomeriggio ai docenti e nella seconda parte ai genitori.

Il successo dell’evento si è visto sin dal suo inizio con la presenza compatta dei destinatari, ma il più è stato determinato dalla bravura magistrale della relatrice prof.ssa Annamaria Donnarumma, presidente della Ong PRO.DO.C.S, accreditata presso il Miur per la promozione della formazione,  che ha saputo coinvolgere tutti i presenti nell’ascolto prima e nel dibattito dopo.

Si è parlato, in particolare, della “Cittadinanza attiva”  e la relatrice, durante l’esposizione dell’argomento e la presentazione degli esiti della ricerca sulla formazione interculturale, attivata nelle scuole europee, ha dispensato suggerimenti sulle buone pratiche educative sia ai docenti sia ai genitori coinvolgendo entrambi in momenti significativi di discussione  e di riflessione sull’importanza del processo di educazione dei figli e degli alunni, in un’ottica più interculturale.

In particolare ha sottolineato l’importanza della condivisione dei principi educativi tra scuola e famiglia perché -ha spiegato- senza collaborazione e senza sinergia di intenti e di azioni non si va da nessuna parte.

Il processo di formazione, intesa anche come educazione interculturale, è più incisivo e fecondo nei primi anni di vita dell’educando che deve essere indirizzato alla piena consapevolezza del suo divenire cittadino attivo del mondo, se si vuole prospettare per lui un futuro più umano in un mondo migliore.

Il comportamento corretto in tal senso, al di là del proprio credo religioso e della propria filosofia di vita, deve essere esperito e vissuto nella quotidianità e si promuove con l’esempio, con la coerenza e con la persistenza.

Un soggetto in crescita e in formazione non va confuso con esempi di condotte contraddittorie né va condizionato dalle mode del momento o dai messaggi sublimali dei media, ma va educato con il dialogo continuo e aperto che deve stimolarlo al pensiero critico e costruttivo per renderlo sempre più consapevole, responsabile e attivo, in famiglia e a scuola.

Le buone condotte iniziano con semplici azioni basate sul rispetto di principi elementari di vita come quello di rendersi utile agli altri prendendosene cura, nel pieno rispetto della propria e dell’altrui dignità, e di rispettare le cose presenti nel proprio ambiente di vita.

Gli esempi di una pianta insecchita che va innaffiata, di una carta buttata a terra che va raccolta, di un compagno in difficoltà che va aiutato, hanno reso bene l’idea di come bisogna agire per aiutare il piccolo uomo, sin dalla prima infanzia, a sviluppare e a potenziare la sua sensibilità verso gli altri e verso il mondo.

Solo se riprendiamo in mano il filo della buona educazione possiamo tessere il bene nel mondo, migliorando i rapporti tra i suoi abitanti”-ha detto convinta la prof.ssa Annamaria Donnarumma per sottolineare che “cittadinanza attiva” non significa altro che divenire “buon cittadino”, consapevole della sua essenza, aperto alle esigenze dei suoi simili e sensibile alle problematiche ambientali.

Di qui l’invito a promuovere, a casa e a scuola, buone pratiche educative volte sviluppare e potenziare atteggiamenti positivi e costruttivi verso se stessi, verso gli altri e verso il mondo intero.

La lotta al consumismo, agli sprechi, al condizionamento dei media, al pensiero unico e/o acritico, alla massificazione è la via maestra da percorrere per poter realizzare a pieno i diritti e i doveri della nuova umanità.

In verità, ha precisato la formatrice, questi, ossia i diritti e i doveri, sono già stati ben sanciti dalle carte costituzionali nazionali e internazionali, ma ancora non hanno trovato piena attuazione.

Troppo spesso essi non sono neanche ben conosciuti e qui c’è anche la colpa congiunta della famiglia e della scuola che niente o poco hanno fatto per divulgarne lo studio e la comprensione.

Poi, la professoressa Annamaria, con continui e significativi richiami alla storia del passato, ha invitato tutti a fare una riflessione critica al proprio modo di agire nella società moderna che spesso non tiene conto degli insegnamenti che vengono dal passato come se esperienze già fallite in precedenza potessero, se ripetute oggi con gli stessi criteri e con le stesse modalità, portare ad effetti diversi. Non è così! Anzi la conoscenza del passato dovrebbe condurre a non sbagliare nel presente e a creare condizioni migliori per il futuro e di qui è scaturita poi anche la rivalutazione dello studio disciplinare, come quello della Letteratura, della Storia e della Filosofia, che rimane aspetto imprescindibile di una buona e salda formazione.

Oggi, lamentarsi non serve a niente: è molto più utile rimboccarsi le maniche, impegnarsi in prima persona; documentarsi, studiare e agire per il bene della collettività che non va intesa in senso ristretto come comunità di appartenenza ovvero come famiglia, come vicinato, come paese o città nativi, ma in senso allargato, come mondo intero.

Ha concluso il discorso la dirigente, Debora Adrianopoli, dichiarando la sua piena condivisione degli argomenti trattati e annunciando a tutti i presenti la scelta della Scuola, già deliberata dagli Organi Collegiali, di partecipare attivamente  alla sperimentazione delle nuove linee formative, a carattere interculturale, per la revisione dei nuovi curricoli scolastici.

L’anno prossimo -ha specificato la dirigente– la nostra scuola entrerà a far parte del gruppo sperimentale di ricerca per la formazione interculturale con il “Progetto Europeo F.A.R.E” e si attiverà nella direzione indicata dalla prof.ssa Annamaria Donnarumma. Pertanto, con l’inizio del nuovo anno scolastico, in tutte le classi della scuola si favoriranno nuove iniziative didattiche e si sperimenteranno nuove metodologie  che coinvolgeranno direttamente anche le famiglie.

Ben vengano queste iniziative che spingono un po’ tutti noi a riflettere sui tempi moderni e sulle possibili strade da percorrere per cambiare la rotta della nostra stessa esistenza, avviandola alla scoperta di nuovi orizzonti, di un diverso modo di essere, finalizzato all’affermazione di un nuovo umanesimo.

 

Questa è la “Scuola Buona” che tutti vogliamo per il prossimo futuro: una scuola attiva e presente sul territorio, centro permanente di Cultura e di Promozione umana. 

Riforma della Scuola: malcontento anche in Penisola Sorrentina

Di Anna Guarracino

Il malcontento per la “Buona Scuola”, a considerare quanto è emerso nell’assemblea sindacale della Cisl, organizzata giorni fa, a Sorrento, serpeggia anche qui, tra noi docenti e personale ATA delle scuole di ogni ordine e grado, della Penisola Sorrentina,  abituati, solitamente, per la nostra natura pacata, a tenerci fuori da ogni forma di agitazione e/o di protesta.

Ma ora che il vaso è davvero colmo, anche noi ci stiamo scuotendo e muovendo. Evidentemente troppo è il disgusto per quello che sta proponendo il governo con il Piano della riforma della scuola.

Nell’assemblea ho percepito la voglia di reagire alla soverchieria dei nostri politici; ho sentito  forti critiche di opposizione all’operato del governo Renzi: c’è stato chi ha disapprovato il metodo di lavoro adottato che ha escluso la partecipazione diretta della base, in barba ai principi democratici, decantati anche dal dettato costituzionale della nostra Repubblica, e alle tutele sindacali; chi ha contestato lo spirito di fondo della Riforma che più che al miglioramento della scuola risponde alla politica dei tagli, indiscriminati e ingiusti, e chi ha invocato, a gran voce, l’immediato cambio di rotta, perseguito anche con azioni di mobilitazione e di protesta.

Dunque, anche noi, lavoratori nelle scuole della Penisola Sorrentina, ci dichiariamo delusi, mortificati e demotivati.

Tutti, o quasi tutti, ci siamo sentiti, in questi ultimi anni, bersagliati ingiustamente dai nostri politici prima con una sottile, ma spietata e ingiustificata, campagna denigratoria messa in atto proprio da quelli che ora pretendono di legiferare sulla scuola italiana per migliorarla (chi ha dimenticato le mistificazioni del Brunetta che dava del fannullone a tutti indiscriminatamente gli impiegati statali?) , e dopo con un’azione pseudo-riformatrice che mette a repentaglio la nostra stessa dignità e professionalità, oltre che il futuro stesso della Scuola Pubblica.

Ecco perché alla fine di quest'incontro/confronto al grido- “Il voto lo diamo noi. Darvi zero è troppo.”, tutti abbiamo bocciato, senza alcuna riserva, l’azione dell’attuale governo e le nuove proposte contenute nel testo della Buona Scuola e ci siamo riproposti di rincontrarci in piazza S.S. Apostoli, a Roma, sabato 18 aprile c.a., per gridare ancora una volta, con voce più estesa e più convinta, il nostro dissenso alle devastanti proposte per la Riforma del sistema scolastico.

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